La configurazione Stellarator

Il confinamento magnetico
nello Stellarator
si basa su un forte campo magnetico
prodotto da bobine solenoidali
che circondano la camera da vuoto toroidale.

La configurazione è caratterizzata da una trasformata rotazionale, tale che una singola linea di forza magnetica che percorre il sistema, intersechi un piano della sezione trasversale in punti che successivamente ruotano attorno all’asse magnetico.
Lo Stellarator, dunque, si distingue dal Tokamak e dal Reversed Fiedl Pinch per il fatto che nel suo plasma non viene indotta una corrente elettrica e che i campi magnetici della sua configurazione sono tutti generati dall’esterno mediante bobine magnetiche che hanno la caratteristica di essere  molto contorte per imprimere la complessa forma voluta alle linee di forza del campo magnetico al fine di ottimizzare il confinamento delle particelle.  

Lo Stellarator ha dimostrato di avere un limite di densità significativamente più alto di quello di un Tokamak a parità di campo magnetico, a fronte di una complessità costruttiva molto maggiore.  

Laboratori che operano in esperimenti in configurazione Stellarator:

Il Consorzio RFX contribuisce alla sperimentazione su W7X con gli studi della turbolenza periferica mediante una sonda costruita da ricercatori del Consorzio che viene inserita al bordo plasma.
Ulteriori contributi riguardano metodiche innovative per la misura delle altissime temperature elettroniche mediante lo scattering Thomson di impulsi laser e lo studio del trasporto di impurezze con l’iniezione impulsata di minime quantità di elementi selezionati.
Alla sperimentazione fisica si aggiunge un importante contributo sul fronte delle tecnologie dell’acquisizione e della gestione dei dati.