DA RFX A RFX-MOD PER ARRIVARE A RFX-MOD2

12/10/2021 Fisica

RFX, RFX-mod e RFX-mod2 sono i nomi con cui si è contraddistinta nel tempo l’evoluzione del più grande esperimento per lo studio della fisica dei plasmi da fusione in configurazione magnetica RFP (Reversed Field Pinch) a partire da RFX che ha ottenuto il primo plasma nel 1997, per arrivare a RFX-mod operativo tra il 2004-2016, fino a RFX-mod2 che sarà inaugurata nel 2023.

Sia in RFX che in RFX-mod il plasma era contenuto in una serie di strati concentrici di materiale conduttore. In RFX la stabilità del plasma era garantita da una scocca spessa (5cm) di alluminio che fu sostituita in RFX-mod da una di acciaio (materiale molto meno conduttore dell’alluminio) che supportava le 192 bobine di controllo con  una sottile scocca più interna in rame. In entrambi gli esperimenti il plasma era poi contenuto da una camera da vuoto interna, realizzata in Inconel, una lega speciale a bassa conducibilità, che tendeva a rallentare le instabilità di plasma incrementando però al contempo l’interazione localizzata del plasma con la prima parete: i modi instabili interagivano fra loro e con la parete della camera provocando una deformazione del campo magnetico “bloccata” .

In RFX-mod2 invece la camera da vuoto sarà rimossa e il plasma sarà direttamente circondato dalla scocca di rame (protetta di 2016 tegoli in grafite): questo aumento di conducibilità del primo materiale conduttore che circonda il plasma ci permetterà di osservare plasmi senza interazione localizzata stazionaria fino a regimi di corrente elevata. Ci aspettiamo che questo possa consentirci di produrre plasmi meglio confinati e con stati elicoidali più stazionari. Va sottolineato che questi risultati saranno molto importanti per capire se effettivamente la configurazione RFP può avere delle chances in chiave di futuro reattore.